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Progetto Brow Bar: "la solidarietà ti fa bella!"

Benefit Cosmetics nasce a San Francisco come azienda di prodotti cosmetici. Acquisita nel 1999 dal gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy), dal 2008 è venduta anche in Italia in esclusiva nelle profumerie della prestigiosa catena francese Sephora.

In oltre 60 negozi Sephora, vi sono i Brow Bar di Benefit Cosmetics, che sono letteralmente “bar per sopracciglia”; spazi dedicati in cui estetiste professioniste consigliano alle clienti la forma, la struttura e il colore di sopracciglia più adatto al loro viso.

Nel 2015 le fondatrici Jean & Jane Ford hanno deciso di lanciare il progetto “Bold is Beautiful” un programma di charity volto a ringraziare le donne per il sostegno ricevuto in tutti questi anni aiutando quelle in difficoltà ad essere determinate, a credere in loro stesse e a realizzare i propri sogni.

Nel programma sono coinvolti ben 17 paesi, 34 associazioni e finora sono stati donati 5 milioni di dollari ad associazioni legate al mondo femminile.

Quest’anno anche l’Italia è coinvolta nel progetto: per tutto il mese di maggio, sarà attivo il progetto Bold is Beautiful che prevede una raccolta fondi che saranno devoluti all'associazione D.I.Re e all'Associazione "Mamme a scuola" di Milano.

I negozi Sephora sono oltre 60 distribuiti su tutto il territorio nazionale e in ognuno è presente un Brow Bar di Benefit Cosmetics.

Brow Bar sono letteralmente dei "bar per sopracciglia", ovvero spazi dedicati nei quali delle estetiste professioniste consigliano alle clienti lo stile di sopracciglia più adatto al loro viso.

Nello stesso periodo verrà diffuso nei punti vendita Sephora un volantino, appositamente preparato da D.i.Re, con l'elenco delle associazione che aderiscono alla Rete D.i.Re, la città di appartenza e i contatti telefonici di ognuna.

Trovate l'elenco dei punti vendita Benefit Cosmetics a questo link.

Il ricavato della donazione sarà impiegato per realizzare dei progetti concordati con il donatore, ma comunque volti a sostenere le attività dei Centri antiviolenza della Rete D.i.Re e delle donne che si rivolgono a noi.

COMUNICATO STAMPA D.I.RE.: altri due femicidi in regione nel 2017

È successo ancora. Due donne sono state uccise violentemente in Emilia-Romagna. Ana Maria Stativa, 30 anni, è stata trovata morta a Bologna, lo scorso sabato. La donna si prostituiva ed è stata uccisa da Francesco Serra, 55 anni, suo cliente. Ancora non si conosce l’identità della donna trovata morta nel porto di Rimini. Stando agli ultimi accertamenti, non si tratterebbe di Xing Lei Li, 36 anni, scomparsa durante una crociera, prima ipotesi su cui ha lavorato la Polizia.

Se si dovesse appurare che anche la morte della donna ritrovata a Rimini è riconducibile a un uomo e a una storia di violenza, si tratterebbe del secondo e del terzo femicidio in regione del 2017. Nel 2016, i femicidi erano stati 11, a cui si aggiungono 4 tentati femicidi. I termini ‘femminicidio’ e ‘femicidio’ vengono usati, lo ribadiamo, non per sottolineare il sesso della vittima (una donna) ma la causa della violenza che ha portato alla sua morte: un rapporto asimmetrico che vede la donna sottomessa all’uomo. Entrambi i termini sono espressione del diseguale potere tra uomini e donne, che porta i primi a esercitare violenza sulle seconde.

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ribadisce l’importanza di portare all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno della violenza maschile sulle donne, sintomo di una società ancora maschilista che nega il valore delle donne come persone e il loro diritto all’autodeterminazione. Nello scenario della violenza di genere, le prostitute sono le donne più esposte alla violenza e le meno tutelate a livello istituzionale e sociale. Ma poco tutelate restano anche le donne che subiscono violenza all’interno di una relazione di intimità.

Lo sciopero globale delle donne dell’8 Marzo scorso ha dimostrato che il movimento delle donne è vivo e vitale nel nostro paese e tante e importanti sono state le richieste avanzate per garantire alle donne una vita libera dalla violenza: fondi ai centri antiviolenza e riconoscimento della loro fondamentale identità di spazi laici e autonomi di donne, realtà politiche e non meri “servizi assistenziali”. Le donne che subiscono violenza, che siano cittadine o straniere presenti in Italia, devono poter avere un rapido accesso alla giustizia, secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul. Essenziale resta la prevenzione, che implica un profondo lavoro sul piano culturale e sociale.

DONATELLA SCARDI A "IL MIRINO"

Vi proponiamo l'intervento di Donatella Scardi, presidente di Telefono Rosa Piacenza, a "Il Mirino", in occasione dell' otto marzo.
 

UN BRACCIALETTO TECH CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

275x402 Conad braccialetti festa donna T 1

E’ dedicato alle donne che subiscono violenza l’impegno sociale di Conad nella ricorrenza dell’8 marzo. Un impegno a cui assicura continuità sostenendo per il terzo anno consecutivo l’associazione D.i.Re – Donne in rete contro la violenza e i suoi centri antiviolenza presenti su tutto il territorio nazionale.

Per tutto il mese di marzo è possibile aiutare l’associazione acquistando nei punti di vendita Conad uno o più braccialetti della linea “dedicata” firmata Keep Me Jewels. Cinque i soggetti in materiali di tendenza, chiusura in metallo, privi di nichel, realizzati a livello artigianale in Italia. Ogni braccialetto è personalizzato con una frase rivolta alle donne presente all’interno del cinturino.

L’iniziativa ha un duplice scopo: da una parte fornire un aiuto concreto alle donne che lottano per uscire dalla più terribile delle prigionie, quella della violenza – spesso domestica – di compagni e mariti e, dall’altra, dare vita ad una forma di sostegno che non sia solo delle donne ad altre donne. Per vincere quella che è una piaga endemica dell’Italia anche attraverso i maschi.

A questo link trovate anche l'intervento di Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad. 

 

RUSSIA - DISEGNO DI LEGGE SULLA VIOLENZA DOMESTICA

Il Parlamento russo, il 27 gennaio, ha approvato in maniera definitiva e a larghissima maggioranza
(380 voti a favore e tre contrari), il controverso disegno di legge finalizzato ad alleviare il
trattamento sanzionatorio relativo ad alcune tipologie di abusi commessi in famiglia. Se tale bozza
venisse approvata anche in Senato e sottoscritta dal presidente Vladimir Putin, allora diventerebbe
definitivamente legge.
La proposta di legge, avanzata e sostenuta peraltro anche dalla senatrice conservatrice Yelena
Mizulina, avrebbe la dichiarata finalità di “creare famiglie forti” mediante la depenalizzazione di
alcune ipotesi di maltrattamenti in famiglia (considerati reati “anti-familiari”), rendendoli semplici
illeciti amministrativi soggetti soltanto ad una mera sanzione amministrativa e non al trattamento
sanzionatorio proprio delle fattispecie criminose previste e punite dal codice penale. Solo in caso di
condotta reiterata e di precedente condanna, si tratterebbe di reato (fattispecie penalmente rilevante)
e il colpevole sarebbe, quindi, sottoposto ad una pena detentiva.
Il disegno di legge è stato ampiamente e aspramente criticato da più fronti: da Amnesty
International che lo ha definito “un tentativo nauseante di legalizzare le violenze domestiche, su cui
le autorità russe per molti anni hanno preferito chiudere un occhio”, dalle Nazioni Unite che già in
passato avevano criticato la Russia evidenziando la scarsa incapacità di promuovere i diritti delle
donne, e dal Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, che sin dalla prima
formulazione di tale bozza ha manifestato la propria preoccupazione per una proposta legislativa
considerata un evidente passo indietro. La bozza di legge, che secondo i sondaggi resi noti dalle
autorità russe sembrerebbe raccogliere il favore della popolazione, ha suscitato forti critiche e
reazioni anche da parte del mondo del web, in particolare su Facebook è stata convocata per il 4
febbraio a Mosca una manifestazione contro l’iniziativa parlamentare intitolata “Manifestazione per
i valori della famiglia”.
La preoccupante, ma purtroppo non del tutto sorprendente, presa di posizione della Russia nei
confronti della violenza domestica, che pare tornare ad essere considerato un terrificante “affare di
famiglia” nei confronti del quale la Russia di Putin decide di chiudere entrambi gli occhi, è in totale
controtendenza con le linee guida delle organizzazioni internazionali, finalmente sempre più attente
sia dal punto di vista della prevenzione sia della repressione dei colpevoli di tali abusi. La violenza
di genere è un fenomeno che deve interessare tutti, partendo dalla fondamentale sensibilizzazione
delle giovani generazioni, è un pericoloso campo minato nei confronti del quale c’è ancora molto da
fare senza abbassare mai la guardia, tanti passi avanti ancora da compiere, soprattutto dopo
preoccupanti scivoloni come quello avvenuto il 27 gennaio in Russia.
 
Avv Laura Cavanna - volontaria del Centro antiviolenza Telefono Rosa Piacenza

COMUNICATO STAMPA D. I. RE.: Primo caso di femicidio in Emilia Romagna nel 2017

Ad appena un mese dai femicidi di Gabriela Altamirano e Kelly, un’altra morte causata dalla violenza maschile scuote Parma. Arianna Rivara, 43 anni, è stata uccisa l’altra notte dall’ex compagno Paolo Cocconi, 50 anni, che poi si è tolto la vita.

Quello di Arianna Rivara è il primo femicidio in regione del 2017. Nel 2016, i femicidi erano stati 11, a cui si aggiungono 4 tentati femicidi. Un numero, quello dei femicidi, purtroppo destinato a ripetersi; un dato che, lo ribadiamo, rimane sottostimato, poiché raccoglie solo i casi che ottengono attenzione mediatica e finiscono sulla stampa. In Italia non c’è infatti un osservatorio nazionale ufficiale sui femicidi come in Francia e in Spagna, e i dati a nostra disposizione sono raccolti laboriosamente dalle organizzazioni che lavorano sulla violenza contro le donne, come la Casa delle donne per non subire violenza Onlus di Bologna, che elabora il conteggio estraendo i dati attraverso una meticolosa ricerca sulla stampa.

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COMUNICATO STAMPA :Solidarietà a Barbara Spinelli

L'associazione Nazionale D.i.Re - Donne in Rete contro la Violenza, esprime solidarietà all’Avvocata Barbara Spinelli, femminista e da sempre impegnata nella difesa dei diritti umani, espulsa dalla Turchia mentre si stava recando in Ankara per intervenire come relatrice al Convegno internazionale Il sistema giudiziario sotto lo stato d’emergenza in rappresentanza della associazione ELDH (l'ELDH è un' associazione internazionale di avvocati, che persegue la democrazia e il rispetto dei diritti umani).
 
 

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BORSE DI STUDIO DELL'UNIVERSITA' LA SAPIENZA

Fondazione Roma Sapienza bandisce una borsa di studio per ricerca sulla tematica relativa alla violenza contro le donne e un premio per la migliore tesi sullo stesso argomento.
La borsa di ricerca e il premio sono finanziati dalla famiglia Molfino e sono dedicate alla memoria di Francesca Molfino. 
 
 
Francesca Molfino, psicoanalista freudiana scomparsa nel 2013, è stata co - fondatrice del Centro culturale Virginia Wolf (Università delle donne). Dal 1974 ha fatto parte del movimento femminista e ha lavorato con le donne nei centri anti violenza. Insieme ad altre, nel 2004, ha costituito l'associazione Donne e scienza .E' stata autrice di numerosi saggi sui temi dell'identità femminile e sul rapporto tra psicoanalisi, femminismo e cultura ( trovate qualche suo articolo qui).  
 
 
 
A questo link, trovate il bando per la borsa di studio per ricerca, 
mentre a questo link si trova il bando per il premio per la tesi.

Nel Mirino, Donatella Scardi - Telelibertà Piacenza

Vi proponiamo questa intervista, rilasciata da Donatella Scardi, Presidente di Telefono Rosa Piacenza, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. 
 
 

D.I.RE A BRUXELLES

Il D.I. Re sarà presente il 27 febbraio 2017 al Parlamento europeo a Bruxelles.
 
Nell'ambito della campagna Step Up!Wave e del concorso per giovani registi VIDEIAMO LA VIOLENZA (di cui abbiamo parlato anche qui sul sito), il D.I. RE parteciperà alla cerimonia finale, in cui sarà premiato il video migliore a livello europeo.
 
C'è una finalista del D.I.RE, Luciana Trulio, con il video "PORTAMI VIA". Per avere il massimo punteggio, e avere quindi più chances per la vittoria, è necessario che ottenga il massimo delle visualizzazioni.  Più persone visualizzeranno, più saranno alte le possibilità che D.i.Re, insieme alla regista, possa ottenere un riconoscimento, a livello europeo, del fatto che i giovani italiani si impegnano nella lotta alla violenza di genere.
 
Il termine ultimo per visualizzare il video è il 16 febbraio.
 
Trovate il video a questo link
 
A questo  link, invece, trovate informazioni dettagliate sulla campagna Step Up!