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FINALMENTE LA NUOVA CONVENZIONE!!!

05072018 ARTICOLO CONVENZIONE 1

Documentazione fondi 2013 - 2017

E' pubblicato l'elenco dei documenti relativi ai Fondi 2013 -2017.
 
La pagina è visualizzabile tramite il menù laterale, voce Progetti > Fondi 2013 - 2017, oppure cliccando qui.

Una APP per dare un aiuto rapido e concreto alle donne vittime di violenza

BANNER App D.i.Re
 

E' attiva da oggi l'Applicazione per smartphone gratuita di D.i.Re per dare un sostegno immediato ed efficace alle donne che subiscono violenza.
Realizzata grazie al contributo di Eau Thermale Avène, l'APP fornisce immediatamente informazioni utili e riferimenti per entrare in contatto con il Centro Antiviolenza più vicino.

Clicca QUI per leggere il Comunicato Stampa

COMUNICATO STAMPA

20170516 comunicato stampa intestazioneL'appello del 6 Maggio 2017 S.O.S.TENIAMOCI del Centro antiviolenza Telefono Rosa Piacenza, indirizzato a TUTTI I CANDIDATI Sindaco 2017, ai fini del riconosciuto di un lavoro ventennale del quale, pensiamo, il nostro territorio potrebbe andare veramente fiero, si sta trasformando in una ridda di dichiarazioni economiche nelle quali non volevamo certo entrare. A questo punto però ci sentiamo in dovere di evidenziare ai cittadini, per dovere di chiara informazione, alcune distrazioni nell'analisi economica nel Comunicato Stampa pubblicato sul sito del Comune - Assessorato al Welfare - e largamente diffuso.

ALLEGATI AL COMUNICATO STAMPA

I seguenti documenti, tutti in formato PDF, sono visualizzabili e/o scaricabili tramite browser previa installazione di Adobe Reader.

Per installare Adobe Reader cliccare sull'icona sottostante:
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ALLEGATO 1: ESTRATTO BANCARIO 2016 - Pagine 2 - 192 KB

ALLEGATO 2: ESTRATTO CONTO 2015 - Pagina singola - 308 KB

ALLEGATO 3: RIPARTO FONDI - Pagine 13 - 331 KB

ALLEGATO 4: SOLLECTI - Pagine 2 - 182 KB

ALLEGATO 5: CONVERSAZIONE MAIL STUDIO COMMERCIALISTA - Pagina singola - 81 KB

ALLEGATO 6: LETTERA 6 Maggio 2016 - Pagina singola - 233 KB

ALLEGATO 7: Per S.O.S. TENERCI - Pagina singola - 280 KB

Progetto Brow Bar: "la solidarietà ti fa bella!"

Benefit Cosmetics nasce a San Francisco come azienda di prodotti cosmetici. Acquisita nel 1999 dal gruppo LVMH (Louis Vuitton Moet Hennessy), dal 2008 è venduta anche in Italia in esclusiva nelle profumerie della prestigiosa catena francese Sephora.

In oltre 60 negozi Sephora, vi sono i Brow Bar di Benefit Cosmetics, che sono letteralmente “bar per sopracciglia”; spazi dedicati in cui estetiste professioniste consigliano alle clienti la forma, la struttura e il colore di sopracciglia più adatto al loro viso.

Nel 2015 le fondatrici Jean & Jane Ford hanno deciso di lanciare il progetto “Bold is Beautiful” un programma di charity volto a ringraziare le donne per il sostegno ricevuto in tutti questi anni aiutando quelle in difficoltà ad essere determinate, a credere in loro stesse e a realizzare i propri sogni.

Nel programma sono coinvolti ben 17 paesi, 34 associazioni e finora sono stati donati 5 milioni di dollari ad associazioni legate al mondo femminile.

Quest’anno anche l’Italia è coinvolta nel progetto: per tutto il mese di maggio, sarà attivo il progetto Bold is Beautiful che prevede una raccolta fondi che saranno devoluti all'associazione D.I.Re e all'Associazione "Mamme a scuola" di Milano.

I negozi Sephora sono oltre 60 distribuiti su tutto il territorio nazionale e in ognuno è presente un Brow Bar di Benefit Cosmetics.

Brow Bar sono letteralmente dei "bar per sopracciglia", ovvero spazi dedicati nei quali delle estetiste professioniste consigliano alle clienti lo stile di sopracciglia più adatto al loro viso.

Nello stesso periodo verrà diffuso nei punti vendita Sephora un volantino, appositamente preparato da D.i.Re, con l'elenco delle associazione che aderiscono alla Rete D.i.Re, la città di appartenza e i contatti telefonici di ognuna.

Trovate l'elenco dei punti vendita Benefit Cosmetics a questo link.

Il ricavato della donazione sarà impiegato per realizzare dei progetti concordati con il donatore, ma comunque volti a sostenere le attività dei Centri antiviolenza della Rete D.i.Re e delle donne che si rivolgono a noi.

COMUNICATO STAMPA D.I.RE.: altri due femicidi in regione nel 2017

È successo ancora. Due donne sono state uccise violentemente in Emilia-Romagna. Ana Maria Stativa, 30 anni, è stata trovata morta a Bologna, lo scorso sabato. La donna si prostituiva ed è stata uccisa da Francesco Serra, 55 anni, suo cliente. Ancora non si conosce l’identità della donna trovata morta nel porto di Rimini. Stando agli ultimi accertamenti, non si tratterebbe di Xing Lei Li, 36 anni, scomparsa durante una crociera, prima ipotesi su cui ha lavorato la Polizia.

Se si dovesse appurare che anche la morte della donna ritrovata a Rimini è riconducibile a un uomo e a una storia di violenza, si tratterebbe del secondo e del terzo femicidio in regione del 2017. Nel 2016, i femicidi erano stati 11, a cui si aggiungono 4 tentati femicidi. I termini ‘femminicidio’ e ‘femicidio’ vengono usati, lo ribadiamo, non per sottolineare il sesso della vittima (una donna) ma la causa della violenza che ha portato alla sua morte: un rapporto asimmetrico che vede la donna sottomessa all’uomo. Entrambi i termini sono espressione del diseguale potere tra uomini e donne, che porta i primi a esercitare violenza sulle seconde.

Il Coordinamento dei centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna ribadisce l’importanza di portare all’attenzione dell’opinione pubblica il fenomeno della violenza maschile sulle donne, sintomo di una società ancora maschilista che nega il valore delle donne come persone e il loro diritto all’autodeterminazione. Nello scenario della violenza di genere, le prostitute sono le donne più esposte alla violenza e le meno tutelate a livello istituzionale e sociale. Ma poco tutelate restano anche le donne che subiscono violenza all’interno di una relazione di intimità.

Lo sciopero globale delle donne dell’8 Marzo scorso ha dimostrato che il movimento delle donne è vivo e vitale nel nostro paese e tante e importanti sono state le richieste avanzate per garantire alle donne una vita libera dalla violenza: fondi ai centri antiviolenza e riconoscimento della loro fondamentale identità di spazi laici e autonomi di donne, realtà politiche e non meri “servizi assistenziali”. Le donne che subiscono violenza, che siano cittadine o straniere presenti in Italia, devono poter avere un rapido accesso alla giustizia, secondo quanto stabilito dalla Convenzione di Istanbul. Essenziale resta la prevenzione, che implica un profondo lavoro sul piano culturale e sociale.

DONATELLA SCARDI A "IL MIRINO"

Vi proponiamo l'intervento di Donatella Scardi, presidente di Telefono Rosa Piacenza, a "Il Mirino", in occasione dell' otto marzo.
 

UN BRACCIALETTO TECH CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

275x402 Conad braccialetti festa donna T 1

E’ dedicato alle donne che subiscono violenza l’impegno sociale di Conad nella ricorrenza dell’8 marzo. Un impegno a cui assicura continuità sostenendo per il terzo anno consecutivo l’associazione D.i.Re – Donne in rete contro la violenza e i suoi centri antiviolenza presenti su tutto il territorio nazionale.

Per tutto il mese di marzo è possibile aiutare l’associazione acquistando nei punti di vendita Conad uno o più braccialetti della linea “dedicata” firmata Keep Me Jewels. Cinque i soggetti in materiali di tendenza, chiusura in metallo, privi di nichel, realizzati a livello artigianale in Italia. Ogni braccialetto è personalizzato con una frase rivolta alle donne presente all’interno del cinturino.

L’iniziativa ha un duplice scopo: da una parte fornire un aiuto concreto alle donne che lottano per uscire dalla più terribile delle prigionie, quella della violenza – spesso domestica – di compagni e mariti e, dall’altra, dare vita ad una forma di sostegno che non sia solo delle donne ad altre donne. Per vincere quella che è una piaga endemica dell’Italia anche attraverso i maschi.

A questo link trovate anche l'intervento di Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad. 

 

RUSSIA - DISEGNO DI LEGGE SULLA VIOLENZA DOMESTICA

Il Parlamento russo, il 27 gennaio, ha approvato in maniera definitiva e a larghissima maggioranza
(380 voti a favore e tre contrari), il controverso disegno di legge finalizzato ad alleviare il
trattamento sanzionatorio relativo ad alcune tipologie di abusi commessi in famiglia. Se tale bozza
venisse approvata anche in Senato e sottoscritta dal presidente Vladimir Putin, allora diventerebbe
definitivamente legge.
La proposta di legge, avanzata e sostenuta peraltro anche dalla senatrice conservatrice Yelena
Mizulina, avrebbe la dichiarata finalità di “creare famiglie forti” mediante la depenalizzazione di
alcune ipotesi di maltrattamenti in famiglia (considerati reati “anti-familiari”), rendendoli semplici
illeciti amministrativi soggetti soltanto ad una mera sanzione amministrativa e non al trattamento
sanzionatorio proprio delle fattispecie criminose previste e punite dal codice penale. Solo in caso di
condotta reiterata e di precedente condanna, si tratterebbe di reato (fattispecie penalmente rilevante)
e il colpevole sarebbe, quindi, sottoposto ad una pena detentiva.
Il disegno di legge è stato ampiamente e aspramente criticato da più fronti: da Amnesty
International che lo ha definito “un tentativo nauseante di legalizzare le violenze domestiche, su cui
le autorità russe per molti anni hanno preferito chiudere un occhio”, dalle Nazioni Unite che già in
passato avevano criticato la Russia evidenziando la scarsa incapacità di promuovere i diritti delle
donne, e dal Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, che sin dalla prima
formulazione di tale bozza ha manifestato la propria preoccupazione per una proposta legislativa
considerata un evidente passo indietro. La bozza di legge, che secondo i sondaggi resi noti dalle
autorità russe sembrerebbe raccogliere il favore della popolazione, ha suscitato forti critiche e
reazioni anche da parte del mondo del web, in particolare su Facebook è stata convocata per il 4
febbraio a Mosca una manifestazione contro l’iniziativa parlamentare intitolata “Manifestazione per
i valori della famiglia”.
La preoccupante, ma purtroppo non del tutto sorprendente, presa di posizione della Russia nei
confronti della violenza domestica, che pare tornare ad essere considerato un terrificante “affare di
famiglia” nei confronti del quale la Russia di Putin decide di chiudere entrambi gli occhi, è in totale
controtendenza con le linee guida delle organizzazioni internazionali, finalmente sempre più attente
sia dal punto di vista della prevenzione sia della repressione dei colpevoli di tali abusi. La violenza
di genere è un fenomeno che deve interessare tutti, partendo dalla fondamentale sensibilizzazione
delle giovani generazioni, è un pericoloso campo minato nei confronti del quale c’è ancora molto da
fare senza abbassare mai la guardia, tanti passi avanti ancora da compiere, soprattutto dopo
preoccupanti scivoloni come quello avvenuto il 27 gennaio in Russia.
 
Avv Laura Cavanna - volontaria del Centro antiviolenza Telefono Rosa Piacenza